Nurture the Future: workshop tra dati, esperienze in campo e visione condivisa

Cosa significa concretamente adottare un approccio rigenerativo nell’agricoltura italiana? E come possiamo valutare l’impatto reale delle pratiche sostenibili sulla salute del suolo e sull’efficienza produttiva delle aziende agricole?

Con queste domande al centro della riflessione, si è svolto un interessante incontro tra i partner tecnici, i referenti del Dipartimento Agronomico di Cereal Docks e le model farms coinvolte nel progetto Nurture the Future.

Un appuntamento articolato in due momenti: un workshop presso la Sala Mantegna dell’Academy Cereal Docks e una successiva visita tecnica sul campo presso uno dei partner del progetto, l’Azienda Agricola Conca d’Oro di Marcello Messi, a Grisignano di Zocco (VI).

Analisi e confronto: i dati al servizio delle scelte agronomiche

Durante il workshop è stato presentato il primo set di analisi del suolo condotte nei mesi precedenti sulle superfici agricole coinvolte nel progetto. I dati raccolti, che costituiscono la baseline agronomica di riferimento, hanno permesso di iniziare a mappare con maggior precisione lo stato di salute dei terreni, con particolare attenzione alla Sostanza Organica (SO).

Dalle prime evidenze, le aziende che già applicano pratiche di agricoltura rigenerativa presentano contenuti di SO sensibilmente più elevati rispetto alla media. Un dato significativo, che ha aperto la strada a una riflessione tecnica collettiva sull’impatto delle scelte agronomiche a lungo termine.

Nel corso del workshop, è stata inoltre illustrata una simulazione previsionale sull’evoluzione della SO nei prossimi 10 anni, in funzione delle pratiche adottate. Tre gli aspetti più rilevanti emersi:

  • Tendenza all’equilibrio: le pratiche rigenerative aumentano la SO, ma il processo tende a stabilizzarsi nel tempo su un nuovo equilibrio funzionale.
  • Velocità variabile: l’accumulo iniziale è rapido, ma rallenta gradualmente man mano che il suolo si adatta.
  • Margini ridotti ma strategici nei suoli già ricchi: anche dove la SO è già elevata, mantenere l’equilibrio raggiunto è fondamentale per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico.

Questi primi risultati si stanno dimostrando utili non solo per affinare le strategie da implementare nelle aziende pilota, ma anche per guidare la redazione del protocollo tecnico del progetto, prevista per la primavera 2025.

Osservare dal vivo: i vantaggi delle cover crops nella gestione del suolo

La seconda parte della giornata si è svolta all’aperto, presso l’Azienda Agricola Conca d’Oro, dove i partecipanti hanno potuto osservare l’applicazione concreta delle pratiche rigenerative. In particolare, grande attenzione è stata riservata a un appezzamento seminato a cover crops, che si è rivelato calpestabile e lavorabile nonostante le piogge abbondanti dei giorni precedenti, a differenza dei terreni adiacenti lasciati nudi, divenuti impraticabili.

Un’evidenza tangibile dell’efficacia di queste tecniche nel migliorare la struttura del suolo, favorirne il drenaggio e incrementarne la resilienza agli eventi climatici estremi. Durante la visita è stato inoltre presentato l’equipaggiamento agricolo utilizzato per la gestione delle cover crops e per la semina su sodo, due pratiche chiave della rigenerativa che richiedono attrezzature dedicate e un approccio agronomico integrato.

Un progetto che cresce insieme alle persone

Nurture the Future si conferma così non solo un progetto di ricerca applicata, ma soprattutto uno spazio di collaborazione attiva tra agricoltori e tecnici professionisti. Il percorso avviato è ambizioso: costruire modelli agricoli più sostenibili e redditizi, supportati da dati concreti, esperienze condivise e strumenti operativi semplici da integrare nelle aziende.

È proprio il confronto continuo tra chi lavora ogni giorno in campo, insieme alla volontà di migliorare in modo scientifico e sistemico, che rappresenta la vera forza del progetto. Perché coltivare il futuro significa prima di tutto mettere in circolo conoscenza.

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